domenica 15 febbraio 2009

Si sentiva debole e aveva fame

Quando la Barberina si trovò sola, fuori nella strada, camminò macchinalmente verso la bottega dell’ortolana.

Si sentiva debole e aveva fame. Nella sua grande impazienza di escire dall’ospedale aveva perfino dimenticato di mangiare, e il suo stomaco da convalescente non poteva tollerare un lungo digiuno.

Quella fame intensa accresceva nella povera ragazza il sentimento angoscioso del suo isolamento. Veniva a rammentarle con una prova fisica il suo triste stato.

Barberina camminava adagio. Aveva paura della gente, cercava di passare fra essa piano piano; avrebbe voluto camminare in punta di piedi per non farsi sentire, e rimpicciolirsi per modo da non essere veduta.

Le pareva, nell’esagerazione di un sentimento che le faceva provare con spavento quanto ella fosse senza difesa e quanto orribile fosse il suo stato di abbandono, le pareva di camminare nuda nella folla, nuda di una nudità morale quasi ancor più vergognosa di sé della fisica.

Sembravale che tutti dovessero accorgersi, passandole accanto, che erano vicino ad un dolore intenso, ad una disperazione piena di paure. Ed essa si vergognava della sua disperazione in mezzo a quella gente che le sembrava felice.

Eppure, quando si sentiva più tranquilla, avrebbe voluto raccomandarsi a ciascuna di quelle persone isolatamente, in special modo se erano donne o vecchi; ma vedendole così tutte insieme le mettevano paura, e il loro numero non soltanto la scoraggiava sempre più, ma le faceva provare più intensamente il suo isolamento; e pareva che ognuna di esse accrescesse il vuoto intorno a lei, e le togliesse una parte di quello che avrebbe potuto essere suo.

Così è sempre per tutti cosa triste e paurosa il trovarsi nelle ore di afflizione in mezzo alla moltitudine, quasi andassero sempre smarrite in essa le virtù delicate e gentili del singolo individuo, o che la forza di associazione delle cose cattive prevalesse nelle grandi agglomerazioni di persone a quella delle cose buone.

La Barberina aveva una gran paura di quella folla.

Giunta dall’ortolana, avrebbe voluto entrare subito nella bottega bassa ed umida, tutta piena di paniere, di legumi, di piatti e vasi in terraglia, e nascondersi affatto nel fondo di essa; ma la bottega era piena; un uomo vuotava precisamente allora, nel piccolo spazio rimasto vuoto nel mezzo di essa, un paniere d’erbe, e i bambini della Beppa occupavano quel po’ di posto che ancora rimaneva libero. La Barberina dovette dunque fermarsi in istrada, dinanzi alle paniere delle pesche, dell’uva e delle susine, che l’ortolana aveva esposto in bell’ordine, separate le une dalle altre da lunghe fila rosse di pomodori.

La Beppa fece buona accoglienza alla Barberina.

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