martedì 29 settembre 2009

Barberina era salva


Quando fu buio, la fecero escire di nuovo da quella casa, la misero in una carrozza e un altro prete che essa non conosceva, l’accompagnò. Il buon sacerdote che aveva fatto tanto per la sua liberazione le fece ancora molti avvertimenti e le dette una lettera da consegnarsi al parroco del suo paese; poi le disse addio.
La carrozza partì.
Era salva?
Barberina traversando le vie della città, guardava paurosa i fanali accesi, le vetrine illuminate delle botteghe, le case alte e buie. Alla svolta di una via s’accorse che passavano vicino a quel luogo dove l’avevano tormentata tanto.
Allora chiuse gli occhi e non guardò più, finché giunti alla stazione le dissero di scendere di carrozza.
La povera Barberina tremava forte forte in quel momento, per la paura e per la speranza; e quando le misero in mano il suo biglietto di ferrovia e la fecero salire in un vagone, e le dissero addio, non ebbe voce per ringraziare, né forza per stringere quelle mani liberatrici che tanto avevano fatto per lei.
La macchina fischiò con violenza rabbiosa. Barberina si scosse tutta a quel rumore improvviso. Le pareva che quel fischio che passava stridendo sopra la città, dovesse svegliarvi le cose che dormivano, e giungere perfino in quel luogo infame, ove la padrona vegliava a quest’ora, inesorabile e feroce, come il venditore di schiavi fra la sua merce.
Ma quel fischio morì nella notte senza risvegliarvi un’eco.
La gran città sparì a poco a poco dall’orizzonte co’ suoi lumi, i suoi campanili e le macchie nere dei suoi tetti. Un infinito numero di stelle brillò nel silenzio della notte, laddove prima si era veduta in lontananza come mostro informe la figura fantastica e vaporosa della città con le sue centinaia di fanali simili ad occhi pieni di luce. Quegli occhi di fuoco non guardavano più il riposo sereno delle grandi campagne che dormivano nell’ombra; l’attrazione di quelle luci febbrili, di quei palazzi monumentali e di quelle case agglomerate non esercitava più nella notte la sua fatale potenza. La città era sparita e il convoglio correva rapidamente verso le alte montagne.
Quando sorse l’alba splendida e pura, Barberina era salva.

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