mercoledì 14 gennaio 2009

Barberina giunse alla città

Quando Barberina giunse alla città, essa era talmente confusa e maravigliata di tutte le cose nuove che aveva vedute lungo il viaggio, che scendendo alla grande stazione di X, le parve che in ventiquattro ore tutto il mondo avesse mutato, che la sua valle silenziosa, perduta fra i monti, non esistesse più e che non fosse mai stata se non che nei sogni della sua infanzia.

Ed ogni cosa nuova che vedeva l’allontanava sempre più dalla sua casa e dal suo paese; l’affaccendarsi della folla, il correre dei legni, il fischio lontano delle locomotive, lo strepitìo di gente che parlava in tante lingue, la sgomentavano; la stazione le parve un luogo fantastico, pieno d’ignote maraviglie, di sorprese spaventose; il cuore di un essere vivente e gigantesco, che riversava delle ondate disordinate di vita a quell’essere ignoto che portava il nome di città e che viveva per opera sua.

E la grande città riceveva ingorda e insaziabile l’ondata umana che entrava dalla sua porta mentre ne riversava un’altra che esciva dal lato opposto e correva pur essa affannosa fuori di lì.

Barberina, appoggiata al muro dalla parte esterna della stazione, guardava intimidita e paurosa quella scena. Nessuno era ancora venuto a prenderla ed essa non sapeva a chi rivolgersi per farsi indicare la via.

Finalmente una signora le si accostò e le domandò se essa non era la Barberina, che veniva da N.

Barberina rispose di sì e le porse il foglio che il parroco del paese le aveva detto di presentare alla sua futura padrona.

La signora l’aperse, lo lesse, poi con un sorriso dolce e benevolo disse:

‒ Non ho potuto trovarti prima, perché uscendo dalla stazione sei venuta da questa parte ove non c’è nessuno. Hai avuto forse paura di tanta gente sconosciuta? ‒ aggiunse con gentilezza.

Barberina confessò arrossendo che s’era molto vergognata di tutta quella folla. I modi affabili della signora l’incoraggiarono, ed essa la seguì tutta rincorata da quella buona accoglienza.

La signora la condusse a casa con sé, la fece riposare, e nei giorni seguenti, a poco a poco, le insegnò tutto quello che doveva sapere, per far bene il servizio di casa sua.

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