sabato 31 gennaio 2009

Era una mattina chiara e fresca di settembre

Barberina si sentiva ancora molto debole, ma non lo disse. Appena finita la visita si alzò; si vestì del modesto abitino di tela col quale era entrata nell’ospedale, fece un piccolo involto di quel po’ di biancheria che aveva portata seco, salutò e ringraziò la suora e le infermiere che l’avevano assistita, disse addio a due o tre donne che le erano state vicine di letto, baciò i bambini, e se ne andò.

Appena uscita dalla porta dell’ospedale trasse un gran respiro di consolazione.

Le vie le parvero più larghe, le case più belle, il cielo più azzurro e più limpido di prima. Era una mattina chiara e fresca di settembre. La città era animata da un lieto andirivieni di carrozze e barocci, di gente a piedi e di venditori ambulanti.

Alla Barberina non pareva vero di rivedere un po’ di cielo, un po’ di gente che rideva e chiacchierava e che non soffriva e non si lamentava, come ne aveva vista tanta all’ospedale.

Quella bella mattina, tutta quella lieta attività intorno ad essa, non soltanto le infondevano coraggio, ma le facevano dimenticare la debolezza della quale pativa ancora e i timori che le erano sorti dal non aver riveduto la padrona da tanto tempo. Provava una contentezza quasi spensierata; adesso le pareva d’essere più vicina di prima al suo paese, più vicina al conseguimento di tutti i suoi desideri. E pensava a Luca, pensava a’ suoi, e camminava più lesta che poteva verso la casa della sua signora. Rinvigorita da quella buon’aria le sue guancie pallide si colorivano leggermente, e i suoi occhi grandi e ingenui s’aprivano pieni di sorrisi alla vista d’ogni cosa.

La gente per la strada la guardava con simpatia.

Il contegno modesto e gentile, il volto giovanile, fatto pallido e delicato per la malattia e pei lunghi giorni passati nell’ombra di una sala di malati, la veste umile, ma pulita e attillata, lasciavano una grata impressione a chi, passando, fermava gli occhi sopra di lei.

La Barberina, troppo timida per chiedere la via che metteva alla casa ove abitava la sua signora e che era assai discosta dall’ospedale, guardava con attenzione ogni bottega, ogni cantonata, ogni svolta, cercando di rammentarsi i luoghi già veduti altre volte quando usciva per fare le commissioni o per accompagnare i bambini.

Camminò molto, prima di giungere alla dimora de’ suoi padroni.

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