domenica 25 gennaio 2009

La Barberina era più sgomentata dal modo di guardare di quelle donne che dalla vista del cadavere stesso. Quei quattro occhiacci sfacciati e sprezzanti, pieni di febbre e di dolore, le facevano paura, e mentre s’assopiva involontariamente sotto l’impressione di quella paura, li rivedeva in sogno, se li figurava vicini, e le pareva di sentirsi toccare da quegli occhi grandi, brutti, e faceva sforzi dolorosi e inutili per liberarsene.

Finalmente una monaca la svegliò, e la fece trasportare nell’infermeria nella quale si ricoveravano coloro che erano malate di malattia simile alla sua.

Era quella sala, situata a terreno, più chiara e spaziosa dell’altra, e dava sopra un cortile, nel quale crescevano alcune piante piccole e basse. Dei bambini vestiti di un rozzo camicione di tela correvano dall’infermeria al cortile, oppure camminavano fra i letti, rispondendo alle malate che li chiamavano, o accoccolandosi presso a qualche infermiera, che si fermava di tempo in tempo per accarezzarli.

Quei bambini erano mesti e tranquilli. La livrea dell’ospedale pesava sopra di essi e pareva dicesse loro cose tristi e ciniche, che ai bambini non si dicono mai; ancor piccini, avevano perduta l’inconsapevolezza dell’infanzia e sembrava fossero stati violati nella loro innocenza e nel loro pudore morale da quel triste camicione. E camminavano così, profanati eppure innocenti, fra quelle malate, quelle infermiere e quei medici, con un’indifferenza rassegnata che faceva male a vedere.

Barberina, non potendo rendersi conto di tutto ciò, vedeva soltanto che que’ bambini erano diversi dagli altri, e specialmente da quelli che aveva visti prima d’allora ne’ suoi monti. Ma erano i bambini della grande città bella e civile, e la grande città aveva fatto loro del male, come ne faceva a lei e a tanti altri. Era un male ignoto che colpiva tutti, anche i piccini.

Barberina si sentì confortata trovandosi in una sala dove erano molte altre giovanette come lei. Vi si sentì più sicura, e guardò intorno a sé con animo sollevato.

In quel punto udì la voce della sua signora che la chiamava.

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