venerdì 9 gennaio 2009

Tornerò, tornerò di certo

‒ Ricordati di noi, ‒ disse. ‒ Ricordati che siamo poveri; cerca di guadagnare per te e per noi, e di farti voler bene dai padroni; ti raccomanderemo al Signore, Barberina, pregheremo sempre tutti per te. Accenderò un lumicino dinanzi all’immagine di santa Barbera nella cappella del bosco. Siamo troppo miserabili, ‒ aggiunse con rassegnazione, ‒ per sperare di rivederci qui. Ma il tempo passa presto per chi sa rassegnarsi, e giungerà un giorno nel quale il Signore ci richiamerà a sé; cesseranno allora gli stenti e le fatiche, e in quel giorno ci rivedremo. ‒ E così dicendo l’abbracciava, poi con una mossa rapida trascinò seco il bambino e tornò addietro senza più voltarsi.

‒ Mamma! ‒ gridò Barberina con voce soffocata. Ma la donna non si voltò, e forse non udì quel grido, turbata com’era dal proprio dolore.

Barberina si mise a sedere sopra un muricciuolo, e nascose il viso nelle mani.

‒ Su via Barberina, fatti coraggio, ‒ le disse Luca che era rimasto vicino a lei. ‒ A che serve piangere così? Guadagnerai del danaro a X, e potrai un giorno o l’altro tornare fra noi. Ti vorremo sempre bene, lo sai; ed io, Barberina, starò lassù ad aspettarti, e canterò tutte le canzoni che più ti piacevano, e la sera passando per la via ove c’incontravamo ti manderò un saluto.

Barberina gli stese la mano. ‒ Tornerò, tornerò di certo, ‒ disse fra i singhiozzi.

‒ Ti aspetto, ‒ rispose, e avvicinandosele ancora di più si chinò verso di lei. ‒ Ti aspetto, Barberina, perché ti voglio tanto bene e perché nessun’altra ragazza dei nostri monti mi pare bella e buona come te. Ti aspetto, ‒ disse, ‒ perché voglio che tu diventi mia moglie. ‒ Egli le parlava a voce bassa e le aveva preso le mani, che stringeva forte forte. Mai Luca le aveva fatto un sì lungo discorso. La povera Barberina, tutta turbata, sentiva alla gola un nodo che non le permetteva di parlare.

‒ Non vuoi che ti aspetti? ‒ domandò allora dopo un breve silenzio il giovanotto. ‒ Non tornerai, Barberina? Vuoi restare laggiù per vestire come le donne di città, e per maritarti ad un uomo che porti degli stivali e un bell’abito nero? ‒ E guardò malinconicamente i suoi piedi nudi e le maniche della sua camicia fatte di tela grossolana. ‒ Vuoi un signore ben vestito? ‒ Invano la Barberina faceva dei cenni di diniego; Luca non le dava retta e animandosi sempre più continuava: ‒ Ti vergogneresti di un uomo come me? Già lo so, quando andate via, voi altre ragazze, è sempre così, diventate delle damine e vi vergognate di noi altri; eppure tu Barberina ‒ e la guardava con tenerezza ‒ tu non dovresti essere come le altre.

Barberina fece un grande sforzo, si alzò e lo guardò con gli occhi pieni di lagrime.

‒ Tornerò, Luca, ‒ disse ‒ tornerò per rivedere la mamma, il babbo e i bambini.

‒ E per me? ‒ domandò il giovane.

‒ Tornerò anche per te ‒ disse e abbassò gli occhi e si fece rossa rossa.

‒ Torneresti per me solo anche se tutti gli altri non ci fossero più? ‒ domandò esso brutalmente.

Barberina non rispose subito. Diventò ancor più rossa di prima; poi si scostò un poco da lui.

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