mercoledì 21 gennaio 2009

Si sollevò nel letto e guardò meglio ogni cosa.

Nel luogo ove si trovava c’era un’afa, un brulichìo di gente, un’ombra pesante di mura e di tende, tanto affannosa e grave che per un pezzo non le riuscì di raccapezzare dove fosse.

Era in un letto stretto e duro, e accanto al suo letto ne vide un altro, poi un altro e poi un altro ancora, e poi una fila indistinta d’altri letti che si perdeva nella grave e triste penombra di quella sala.

Ne’ sogni della febbre aveva visto fino allora le lunghe e ombrose file delle querci e dei castani che crescevano sul pendìo de’ suoi monti, e ora fissava invece impaurita una lugubre prospettiva di tende e di lenzuola, fra le quali si muovevano incessantemente visi scarni, onde di capelli e bende di malati; e il contrasto che le presentava il ricordo del sogno con la realtà presente ne accresceva l’orrore.

Ma a poco a poco incominciò a distinguere con maggior chiarezza ciò che vedeva intorno a sé. Si sollevò nel letto e guardò meglio ogni cosa.

Vicino a lei era una giovanetta pallida e sparuta. La giovanetta si rialzava di tempo in tempo nel letto per tossire; poi ricadeva con un lamento sui guanciali.

Dall’altra parte le giaceva accanto un’altra malata. Era una donna di mezza età, brutta, scarmigliata, con gli occhi neri e lucenti.

Quando la Barberina si voltò da quella parte la donna le disse:

‒ È la prima volta che ci viene?

‒ Sì, ‒ rispose timidamente la Barberina.

La malata sorrise sinistramente.

‒ Ci sono già stata sei volte io. Avvezzandocisi non si sta poi tanto male. In che sala la porteranno?

‒ In che sala...? ‒ ripeté la Barberina maravigliata.

‒ Ah, non lo sa? Auf... che dolore ‒ disse la donna interrompendosi e contorcendosi. Stette zitta un momento, poi, rimettendosi nella positura di prima, riavviò il discorso. ‒ Che male ha?

‒ Non lo so ‒ rispose la Barberina.

‒ Non lo sa? ‒ esclamò l’altra, e la guardò per un pezzetto con curiosità. ‒ Sei di certo una contadina? ‒ chiese di nuovo, ma dandole questa volta senz’altro del tu, dopo che la giovanetta aveva dato prova di tanta ignoranza.

‒ I miei genitori sono pastori...

‒ Ah! ‒ fece con disprezzo la donna che si contorceva pe’ dolori, e non disse più nulla.

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