lunedì 5 gennaio 2009

La natura la dava alla società. La società la prese.

Se la ginestra o il timo del monte potessero risvegliarsi a poco a poco alla coscienza di vivere, lo farebbero come lo faceva lei, senza sgomento, senza orgoglio, con una profonda e serena convinzione del proprio diritto d’essere, con un sentimento della propria dignità istintivo e gagliardo, che traeva dalla coscienza di solidarietà con tutta la natura, con tutto ciò che ha vita o apparenza di vita, la sicurezza del proprio valore.

Ma venne un tempo nel quale l’avvenire temuto e ignoto le si avvicinò a un tratto.

A sedici anni la bambina, cresciuta sino allora con le virtù e le ignoranze degli animali e dei fiori, diventava cosa più perfetta, più umana, presentiva e desiderava altre sensazioni, altri piaceri.

E mentre ella così progrediva dall’infanzia insciente alle speranze dell’adolescenza, i suoi genitori, poverissimi, che a mala pena campavano la numerosa famiglia, pensarono di metterla al servizio, per liberarsi così da un peso troppo grave alla loro miseria. Per questo si rivolsero al parroco del villaggio che giaceva a piè del monte sul quale avevano la loro modesta casupola; egli aderì di buon grado alle loro istanze, promettendo il suo ajuto, e raccomandando la Barberina ad una signora che abitava una vicina città.

Da quel giorno Barberina non ebbe più pace. Le parve che ogni cosa avesse mutato intorno a lei, e che perfino in lei stessa fosse avvenuto un cambiamento; le pareva che nella sua valle silenziosa e deserta giungessero ad ogni istante i rumori del di fuori, voci lontane, grida di folla. E provava una curiosità irresistibile di vedere, di sapere, di uscire dalla solitudine e tuffarsi nella vita, e insieme a questo desiderio violento le veniva anche una grande paura di quel mondo che non conosceva e che pur desiderava.

Era l’educanda che usciva dalle mura del collegio, pura, ingenua, desiderosa di vivere.

La natura la dava alla società. La società la prese.

La signora alla quale il parroco l’aveva raccomandata la mandò ben presto a chiamare.

Barberina vide allora per la prima volta una piccola città; vide le case, le vie, le botteghe, l’andirivieni della gente per le strade, e si sentì strappata a un tratto e per sempre alla quiete dei suoi monti.

Vide dei ricchi e si sentì povera.

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