mercoledì 28 gennaio 2009

Voleva proprio farsi una ragazzina di casa, per bene e a modo

Come le parve buona quella voce, in mezzo all’isolamento dell’ospedale affollato! Le parve una voce di casa sua, quasi fosse quella di sua madre stessa.

La signora le fece una visita brevissima, ma le disse tante cose amorevoli, le ripeté tante volte che sarebbe guarita sicuramente e che sarebbe tornata presto al servizio, e le disse anche con tanto garbo che le voleva bene e che l’avrebbe tenuta sempre presso di sé, perché era una brava e onesta ragazza, che la Barberina non sapeva come ringraziarla. Quelle assicurazioni e quelle lodi in bocca della sua signora, che non era solita a prodigarne, le fecero un gran piacere e la rinfrancarono tutta. Ora le pareva proprio cosa sicura di guarire presto e di poter tornare senz’altro dalla sua padrona. Le voleva più bene di prima, dacché essa le aveva dimostrato tanta e maggior sollecitudine di quella che non mostrasse per il solito; le pareva anche di poter far meglio il suo dovere dacché sapeva che i suoi padroni apprezzavano la sua buona volontà ed erano contenti di lei. Ed essa voleva lavorar molto, farsi più esperta nel servizio, ed acquistare così un gran buon nome presso la sua signora; voleva anche fare delle economie, per potere poi un giorno, di lì a molto tempo, tornare nei suoi monti e rivedere Luca e sua madre. Voleva proprio farsi una ragazzina di casa, per bene e a modo. Pensava con disgusto a quelle servette civettuole e trasandate alle quali nessuno portava più rispetto, e che tutti guardavano press’a poco come le due donne del deposito avevano guardato quella povera morta. Lei, la fidanzata di Luca, rassomigliare ad una di quelle ragazze! E ricordava le sorelline, la madre, le ragazze del villaggio; e la sua dignità rozza e primitiva si ribellava all’idea di non diventare un giorno ancor più degna di tornar lassù, dove tutti erano buoni e onesti, o almeno le erano sempre parsi tali, e di non presentarsi portando un attestato di lode della sua padrona.

Pensava talvolta che il buon parroco l’avrebbe ricevuta al ritorno con un sorriso di benevolenza; immaginava di rivedere quella signora amica della sua padrona, alla quale si sarebbe presentata volontieri per dirle che aveva fatto sempre il suo dovere dal giorno che era partita. E si figurava spesso e volontieri tutto ciò che riguardava il ritorno al suo paese; se lo figurava con un certo orgoglio onesto e franco, e contava i mesi e gli anni con energia e tranquillità.

Passò con questi pensieri i lunghi giorni dell’ospedale; e si confortava, fidando nelle proprie forze e nell’avvenire.

La padrona la visitava ogni giorno, e quelle visite amorevoli stabilivano una certa intimità fra la signora e la giovanetta, come non era mai stata prima fra loro. Però, a misura che la Barberina stava meglio, quelle visite divenivano più rare, e la ragazza osservava con inquietudine che la signora si faceva più seria, che le sue visite diventavano sempre più brevi, e che c’era nel contegno della sua signora un non so che di mutato ed insolito.

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